08 May 2009

La maledizione della partecipazione



Qualche mese fa scrivevo e archiviavo:
Da quando mi sono messa in testa di fare delle prove di stampa per le partecipazioni (no, non me le stampo in proprio, ma da buon ardirector volevo verificare l'esattezza e la resa dei colori sulla carta scelta), mi succede di tutto. In senso tecnico intendo. Intanto, quella che mi sembrava una cosina facilissima da realizzare si è rivelata un labirinto di obiezioni, intenzioni, interpretazioni discordanti (che quando uno la vede finita dice mbe', ero capace anch'io). Poi mi sono dovuta arrendere all'evidenza. Al fatto cioé che queste partecipazioni portano sfiga.
Apro una breve parentesi solo perché possiate capire in che stato versiamo in agenzia. Per esempio capita a volte di stampare qualcosa non dico di privato o confidenziale, ma semplicemente i cazzi propri, e di non fare nemmeno in tempo ad alzarsi per andare a recuperare il foglio nella stampante, che già qualcuno ce l'ha in mano e lo declama ad alta voce. Può succedere quindi, in un giorno qualunque, di sentire urlare (NB: siamo in un open space, come tutto il terziario avanzato - e scaduto) cose tipo CHI E' CHE HA STAMPATO SESSO ANALE IN MENOPAUSAAAA? Per dire.
Capirete dunque le mie remore a lanciare la stampa di xxx e xxy annunciano il loro matrimonio e menate varie, vi aspettiamo per festeggiare e compagnia bella, per di più su una carta speciale, da inserire all'ultimo momento, per evitare di vedersi uscire l'annuncio della banana chiquita su carta fedrigoni-acquerello ritagliata appositamente e rigorosamente razionata.
Ma è proprio da premesse come queste che nascono i veri drammi. Infatti, metto la carta, lancio la stampa, corro lì a presidiare la macchina, esce uno storyboard di tre pagine. Sulla. Mia. Carta.
Ritaglio nuovi fogli, attendo il momento propizio, li infilo, torno di corsa al computer, do invio, corro alla stampante, aspetto, entra il foglio, si inceppa.
Normalmente in questi casi si apre uno sportello, si sfila delicatamente il foglio e chi s'è visto s'è visto. Sembra facile. Invece il mio foglio si straccia, imparo a bestemmiare mentre lo estraggo a frammenti come l'anatomopatologo di CSI, finalmente è tutto fuori, comincia il balletto delle istruzioni a video (con sottofondo di svariati biiiip biiip): apri lo sportello - chiudi lo sportello - non questo, quello sotto - controlla la guida - non hai chiuso bene il primo sportello - riparti dal via. Il tutto, ovviamente, cercando di non farmi notare.
Disperata spengo la stampante, che non è come dirlo però. Questi congegni ultrasensibili, oserei dire subumani, si possono disconnettere solo rispettando un rigidissimo protocollo che prevede una sequenza di comandi nota a pochi iniziati. Io infatti mando tutto a puttane, scollego il server, blocco i lavori in coda.
Ci riprovo dopo qualche giorno e anche una settimana più tardi, ma entrambe le volte il risultato non cambia. Anzi, colgo l'occasione per scusarmi pubblicamente con quel paio di colleghi che legge queste righe.
Ma veniamo ai giorni nostri, cioé oggi: Stabilito al di là di ogni ragionevole dubbio che queste partecipazioni sono maledette dal dio dei matrimoni, vorrei fare una previsione (e magari due scongiuri). In questo preciso istante una macchina da stampa dalle parti di Magenta si sta inceppando e comincia a sbavare una quadricromia di inchiostri color lambrusco, mista a un Pantone grigio il cui numero mi è ignoto (per il colore speciale faccio io, signora?).
Giganteschi fogli di carta Fedrigoni a righine sottili si accartocciano tra i rulli. Una partita di 500 buste (era disponibile solo il formato famiglia numerosa) avariate, la cui colla a causa di una mutazione nella componente organica ha sviluppato una rara forma di botulino, attende di essere leccata.
Come, scusi? Non si leccano le buste delle partecipazioni perché vanno consegnate aperte? Lo so, però sono feticista.
Ma attenzione: qui le cose accadono in tempo reale, mentre scrivo chiama lo stampatore, Signora, le va bene se le consegnamo oggi pomeriggio le partecipazioni in ufficio? (sottotesto: possiamo liberarci di questi cartoncini menasfiga al più presto mentre siamo ancora tutti più o meno in salute?).
Quindi ora loro sono da qualche parte in strada. Fate molta attenzione.

8 comments:

Leli said...

Mi chiuderò in casa...

Babele Dunnit said...

ahahahah!!!! :)

DAI CHE CE LA FACCIAMO CAZZO!

Anonymous said...

Il Pantone lo ignori, ma penso di non sbagliarmi nell'affermare che il grigio sarà un grigio... antrace!

gg

ps: ti segnalo che nel collegarmi al tuo blog, mi si è scollegato il pc dalla rete e questo commento l'ho scritto svariate volte perchè mi dava sempre un errore....
sappi che ho un pò paura.

saramon said...

ecco, vedi?
adesso le ho qui tutte ma non sono sicura di volerle portare a casa...

Anonymous said...

Sopravvissuta?

gg

vic said...

Arrivo in ritardo, ma: facsimile della partecipazione in scala 1:1 stampato e portato al tipografo.

Al ritiro risultava che ci saremmo sposati in Campidiglio.

(poi diceva "eh, ma ormai li ho stampati", alla fine ci siamo accordati per tagliare in due tutti i cartoncini pieghevoli e usare la metà bianca per farne uno singolo su cui ristampare)

saramon said...

Be' ma anche voi che fiscali. Mica aveva sbagliato la data (il Campidiglio lo sanno tutti dov'è).

Anonymous said...

molto intiresno, grazie